Intervista con l’artigiana e tessitrice Laura de Cesare
This interview appears in the January 2021 Issue of The Open Doors Review in English. To view the magazine, click here.
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Introduzione
Laura de Cesare è una tessitrice, disegnatrice e insegnante, con laboratorio e atelier a Pisa. Lavora con grandi telai in legno per tessere a mano qualsiasi cosa, da sciarpe e scialli a tovaglie e oggetti decorativi per la casa, nonché prodotti in collaborazione con case di alta moda che vogliono dare un tocco unico e personale ai loro progetti.
Con Laura, abbiamo parlato di come è diventata una tessitrice, come la tessitura è sempre stata presente nella storia dell’umanità, e di quanto sia importante seguire i propri sogni.
Intervista (Originale in Italiano)
Lauren: Buonasera Laura, ti ringrazio per la tua disponibilità.
Laura: Grazie a te, Buonasera.
Lauren: Com’è nata questa passione? Volevi farlo da piccola o…
Laura: No, no. Allora, io volevo fare prima di tutto la ballerina all’inizio quando ero piccola, ma mio padre non ha preso sul serio questo mio desiderio. E allora da lì è stato tutto un po’ travagliato perché a me è sempre piaciuta la musica. Ho studiato canto poi però mi hanno mandato a una scuola assolutamente teorica, classica. C’è voluto un po’ prima che arrivassi alla tessitura.
Infatti quando studiavo pedagogia a Firenze pure essendo di Milano, nata e cresciuta a Milano, ho deciso per un percorso molto particolare e mi sono iscritta a pedologia a Firenze perché non volevo vivere a Milano. Già avevo scelto di vivere qui in Toscana. E quindi mi sono iscritta a Firenze ma poi, dopo un anno di pedagogia mi sono resa conto che anche lì non riuscivo. Quindi ho chiesto ai miei genitori di darmi un po’ di tempo per riflettere su cosa fare della mia vita e sono rimasta a Pisa. Sono rimasta qualche mese a chiedermi, “cosa voglio fare nella vita?” E un giorno camminando sul ponte di Pisa mi sono ricordata che quando ero molto piccola mi piacevano i travestimenti, i tessuti e gli abiti. Da li avevo già cominciato un percorso molto personale di analisi del profondo, avevo già la chiave di come interrogarmi anche se ero molto giovane perché avevo poco più di 20 anni. E così la risposta è stata: “Ma forse la cosa principale è andare a cercare, a capire come si costruiscono i tessuti.”
E lì ho fatto una ricerca. Sono andata prima a Lucca da una tessitrice che poi è diventata una mia amica. Ci sentiamo ancora adesso. Poi dopo questa esperienza breve con lei, sono passata al secondo indirizzo che avevo trovato a Firenze, quello che è tutt’ora la mia maestra. Anche se oggi anch’io sono una maestra di progettazione tessile e disegno tessile e di tessitura, vado da lei quando ho delle cose un po’ difficili da capire.
Lauren: È una bella storia!
Laura: Tutto nella vita torna. Studiavo pedagogia e poi ho studiato tessitura, progettazione tessile e da lì mi sono innamorata perdutamente dei tessuti e della tessitura. Ma quando poi, e qui continua la storia (perché poi dopo per mantenermi gli studi ho fatto un altro lavoro) nel 2005/2006 ho deciso di avviare l’attività proprio del laboratorio che era il mio sogno ed ho scoperto di aver una grande vocazione per l’insegnamento. A me piace tantissimo insegnare il mio lavoro, infatti ho cominciato a insegnare appena avviata l’attività del mio atelier, da cui ti sto parlando ora, dal 2007. Ho cominciato a insegnare all’università, per varie casualità, varie coincidenze e non ho mai smesso di insegnare. Anche adesso insegno. Quindi la pedagogia comunque poi è ritornata nella mia vita.
Lauren: Si!
Laura: Mi piace molto insegnare, siccome mi piace molto tessere, mi piace molto insegnare anche a tessere, anche a progettare i tessuti, soprattutto a progettare. È lì il fascino.
Lauren: Quanto hai impiegato a imparare la tecnica all’inizio?
Laura: Ho cominciato nell’87/88 e non ho mai smesso.
Lauren: Non si finisce mai d’imparare.
Laura: Dico sempre che l’apprendimento della tessitura e della progettazione del tessuto è come la musica. È molto simile all’apprendimento della musica perché il linguaggio della progettazione del tessuto e simile al linguaggio musicale. Non si finisce mai di comporre, di imparare, di scoprire nuove melodie, inventarne delle altre anche se non è facile inventare un tessuto nuovo perché ormai l’industria produce delle cose meravigliose.
Lauren: Dove ti procuri i tuoi telai? Sono grandi cose di legno, immagino non sia facile a trovarli.
Laura: No, ci sono dei falegnami in Italia che producono telai e non solo. Qui in toscana c’è il mio forniture ormai da sempre, però ci sono in tutto Italia. Non tantissimi ovviamente …. E poi anche per esempio nel nord Europa.
Lauren: Se sai dove cercare puoi trovarli.
Laura: Si, si, ci sono ci sono.
Lauren: Per qualcuno che come me, che non ho mai lavorato con un telaio, quanto tempo impieghi per realizzare un tessuto grande quanto una tovaglia, per esempio?
Laura: Una tovaglia è lunga, sono tanti metri. Dipende dal filato da quanto sottile, dal disegno com’è complesso, da quale tipo di telaio usi. Comunque, per un intreccio, ci sono tessuti che puoi tessere in mezza giornata o in una giornata, fra montare il telaio e tessere. E tessuti che ci vuole una settimana per preparare l’ordito a allestire il telaio. E poi ci vogliono ore e ore per tessere. 20-30 cm l’ora. 40 cm l’ora. Dipende anche dal tessuto. Ci vuole un po’ di tempo.
Lauren: Come artigiana, ti trovi bene a Pisa? Hai detto che non volevi vivere a Milano…
Laura: Qui a Pisa diciamo che prima di tutto io l’ho scelta perché la vita mi ha portata qui ed aveva significato vivere qui per me. E poi a Pisa non è una grande piazza, come si dice in termini commerciali. È molto difficile uno: a fare l’artigiana in generale in tutta l’Italia, due: fare la tessitrice è ancora di più perché sai… la ceramica, l’orafo, il sarto, magari… il tessitore, la tessitrice è un lavoro molto particolare e poi è costoso comprarsi una sciarpa, una stola fatta a mano rispetto alle milioni di sciarpe, di stole che trovi anche belle tessute a macchina, a livello industriale. Io però lavoro con tutta Italia, anche un po’ all’estero quindi adesso piano piano, con pazienza mi cercano da fuori.
Lauren : La presenza del turismo aiuta lo sviluppo dell’artigianato locale o non lo influenza affatto?
Laura: Come no! E una delle fonti di guadagno di tutta l’Italia. Noi abbiamo cose meravigliose da far vedere. Non sto parlando solo della Venere di Botticelli. Per esempio se pensi che a Pisa, a Palazzo Reale sono esposti 3 abiti del sedicesimo secolo che sono meravigliosi su cui uno ho fatto una ricerca e con quell’intreccio di quest’abito c’ho prodotto centinaia di ogetti tessili. Poi c’è un abito di velluto rosso che sembra appartenuto ad Eleanora di Toledo, moglie di Cosimo I. Ed è uno dei pochi abiti che sono pervenuti a noi con le maniche! Pochi abiti al mondo. … Palazzo Reale a Pisa, museo statale è custode di questi 3 abiti che sono preziosissimi. Il museo di San Matteo. Cos’è il museo di San Matteo? È un’altra meraviglia! A parte la città stessa. Il Lungarno di Pisa, secondo me, è bello quanto il lungo Senna e il Lungotevere. È bellissimo il Lungarno di Pisa, è una chicca, però se non si promuove, la gente non lo conosce. E così si da per scontato che c’è, punto. Come tanti luoghi d’Italia. Non esiste solo San Gimignano, gli Uffizi, Piazza della Signoria. La Toscana è meravigliosa. Tutta. Ma l’Italia è meravigliosa. Tutta.
Lauren: Qual è la differenza tra un prodotto artigianale e uno industriale?
Laura: Adesso la dico così perché magari certe persone non condividono… Ha un energia diversa …. io penso alla persona per cui faccio quella cosa. È come costruito, come nasce che è differente oltra al fatto che io lo posso realizzare su misura. I lavori più belli nascono quando il cliente viene da me e mi dice: “Senti, io vorrei una stola da portare in quel tal giorno importante.” E allora ragioniamo sul colore, su come e perché e così nasce un oggetto unico. Io non voglio competere con l’industria tesserae. Io produco cose speciale, punto.
Lauren: C’è un importanza in come è fatto…
Laura: Eh si! E poi il materiale, per carità. Posso dire che uso filati che vengono dalla filiera corta ma certo… tutto però è come nasce. E anche il design. Ci sono dei disegni e delle strutture che l’industria non può fare.
Lauren: Sul tuo sito hai scritto: “Ogni trama, puo essere un pensiero, un sogno, un desiderio. Racconti e storie di fili, tessuti, tessitrici e tessitori nel Mito e nelle Favole faranno da sfondo a questa esperienza unica.” Questa frase mi è piaciuta tanto!
Laura: Si, la tessitura è impregnata di mito e di favole perché è una, come ti posso dire, a parte la prima parte di questo pensiero dice che in un intreccio io posso mettere un mio pensiero o mio sentimento, in ogni trama… e questo è una parte. L’altra parte è che la pratica della tessitura è un lavoro archetipico perché ricorda all’uomo quando ha cominciato a progettare. Ricorda all’uomo quando si è fermato ed ha smesso di cacciare con la clava, come l’agricoltura e tante altre pratiche artigianali. Queste sono due pratiche archetipiche che preludono il fatto che l’uomo è capace di prevedere qualcosa che accadrà dopo. Quindi, so che se semino in quel momento fra 2/3 mesi, nascerà qualcosa. Io progetto un tessuto, allestisco il mio telaio e so che se lo progetto in un certo modo fra un po’ nascerà un tessuto.
E infatti, come racconto sempre ai bambini e ai ragazzi, la patrona della tessitura e dell’agricoltura, nonché della guerra strategica nell’Antica Grecia è Pallade Atena che era nata non dalle spume del mare come la sua sorella Venere ma dal cervello di suo padre completamente armata. Il che significa che è la Dea dell’intelligenza e quindi della sapienza e la patrona del agricoltura, patrona della tessitura e della guerra strategica.
Quando vedi una persona che tesse hai un’eco della storia del uomo. Vai indietro, indietro. Il tessuta ha sempre cavalcato il progresso. Se pensi che il linguaggio del codice binario viene dal telaio Jacquard: pieno, vuoto, sono il “bit” quindi il concetto di programmazione viene dal telaio Jacquard e dal carillon e poi e stato applicato ai calcoli numerici dopo.
I primi motori sono stati applicati ai telai. La rivoluzione industriale è nata in Inghilterra nell’industrie tessili. Il tessuto ha una modernità unica.
Lauren: Insegni agli studenti ed ai bambini. Fai anche corsi di giorno per turisti?
Laura: Si. Certo che faccio corsi di giorno per turisti. E a proposito ci sono varie tipologie di corso che faccio: anche una semplice esperienza di un paio d’ore, di una mattina, una giornata e poi eventualmente anche una settimana. Io ovviamente ho già i telai pronti. Posso far sperimentare la tessitura di un tessuto antico come filaticcio Lucchese, la diamantina che è il famoso intreccio di quell’abito che è esposto a Palazzo Reale di cui parlavo prima o con i tessuti popolari. Racconto le storie annesse a questi intrecci e poi eventualmente consiglio delle visite dedicate ai musei in cui si possono vedere gli originali di questi tessuti. Attraverso l’osservazione di un tessuto puoi arrivare a comprendere la storia di un paese, la tradizione, l’epoca in cui è nato e così via.
Lauren: È un modo per conoscere meglio il posto in cui sei.
Laura: Se pensi, i tartan sono scozzese, sono famosi in tutto il mondo. Perche si identificano con un paese e se poi vai a vedere il significato, insomma c’è un mondo dietro. Ma questa qui c’è anche in tutto il mondo. Per esempio, appunto, i tessuti che io faccio conoscere e che ho pensato di proporre proprio per le visite turistiche offrono questa opportunità di conoscere questo paese anche attraverso l’esperienza del tessuto, e della magia della tessitura.
Lauren: La mia ultima domanda è che cosa ti emoziona di più del tuo lavoro. La parte di lavorare al telaio o di disegnare o immaginare un modello o vedere il prodotto finale, o insegnare? Tutto?
Laura: Tutto mi piace. Però se devo dire la verità, quello che mi emoziona è disegnare quadretti. E proprio la progettazione per la messa in pratica, il disegno tecnico del tessuto che si esprime disegnando su carta quadrettata: quadretti pieni e quadretti vuoti che significa del movimento dei fili dell’ordito e della trama nel telaio. Quello mi piace proprio tantissimo.
Lauren: È la parte per me che sembra una magia.
Laura: È una magia. È una cosa fantastica. E io lì proprio mi diverto come un bambino che gioca con il Lego. E ancora adesso mi stupisco di questo divertimento e mi chiedo da dove sia venuto. Io non sono figlia d’arte, capito? Chi sa da dove è venuta. Però è una grande fortuna, aver una cosa che piace fare. Infatti ai ragazzi, dico sempre: voi non vi arrendete mai a chiedervi cosa vi piace. Cosa vi piace? Cosa vi piacerebbe fare nella vita? Si vedi, c’è quel bellissimo film: Billy Elliot?
Lauren: Si!
Laura: Un figlio di minatori!
Lauren: Con una vita difficile ma lui balla.
Laura: Si, ma lui balla! E quando gli chiedono: “Ma tu, quando balli, cosa provi?” e lui dice: “Sono l’elettricità pura… io non penso più a niente e volo.” Questo è. Non bisogna mai dimenticarsi di questo. E io lo dico sempre ai ragazzi.
Lauren: È una cosa che tante persone cercano per tutta la vita.
Laura: È importante perchè quello poi ti da la gioia di vivere. Anche in tutti i problemi che hai durante la giornata e durante la vita però se hai una cosa che ti piace fare da una grande energia.
Lauren: Non possiamo finire a una punto migliore di questa!
Laura: Grazie! Grazie a te.
Per maggiori informazioni su Laura de Cesare, visita il suo sito www.lauradecesare.it.